Segnali di riduzione della spesa pubblica

Dibattito a Montecitorio sulla conversione in legge del decreto-legge 25 gennaio 2010, n. 2, recante interventi urgenti concernenti enti locali e regioni: pubblichiamo la dichiarazione di voto del segretario del Pri Francesco Nucara, 4 marzo 2010.

Signor Presidente, i Repubblicani voteranno la fiducia, e voteranno anche a favore del provvedimento in esame. Tuttavia, devono sottolineare che sarebbe stata necessaria una decisione più drastica su una questione che a loro sta molto a cuore, e sulla quale hanno condotto una battaglia da oltre un quarantennio, da quando sono state istituite le regioni e hanno considerato le province come enti del tutto inutili; peraltro, nel programma di Governo della coalizione che ha vinto le elezioni vi era anche questo codicillo sull’abolizione delle province.

Serve a poco o a niente ridurre il numero dei consiglieri provinciali! Il Governo ha la possibilità di valutare al centesimo quante risorse finanziarie si risparmierebbero se si abolissero le province, e contemporaneamente potrebbe stabilire quante e quali tasse tagliare, in parte o del tutto, visto che il carico fiscale nel nostro Paese è tra i più alti del mondo.

Noi crediamo che nel provvedimento si intraveda qualche timido segno di riduzione della spesa pubblica, e tuttavia riteniamo che sono timidi tentativi, e lo stato in cui si trova la finanza italiana non ha bisogno di timidi tentativi: ha bisogno di cure ben più drastiche, ben più efficaci e ben più sostanziose. Abbiamo bisogno di ben altri tentativi che non di quello che pensano di fare con il provvedimento in esame! Prendiamo atto che qualche cosa si fa: per esempio, la riduzione o l’eliminazione dei consigli di circoscrizione nei comuni che non abbiano una popolazione superiore ai 250 mila abitanti.

Noi pensiamo anche, e cogliamo l’occasione per dirlo al Governo nella sua interezza, che quest’ultimo deve avere una linea di coerenza rispetto ai provvedimenti che approva il Parlamento con il consenso del Governo: non si possono istituire le città metropolitane, che si presume, per chi capisce un poco di urbanistica e di assetto territoriale, che abbiano bisogno di più servizi di quanto non ne abbia una città normale; e poi procedere alla spoliazione dei servizi di quelle che vengono indicate dal Parlamento e dal Governo come città metropolitane, che dovrebbero sostituire addirittura le province di riferimento, spogliarle di servizi, come succede in Calabria con le Poste Italiane e con Trenitalia. E’ veramente difficile attuare la mobilità della popolazione italiana, così come prevede la Costituzione, in territori come la Calabria, dove si viaggia in aereo e dove vengono aboliti i treni, signor Presidente.

Voteremo, quindi, a favore del provvedimento; avremmo voluto che non fosse stata posta la fiducia, per meglio discuterlo.